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Le muraglie erette da Giulio Cesare (100-44 a.C) percorrevano: Mateos Gago, Puerta de la Carne, Puerta Osario, Santa Catalina, Villasís, Cuna, el Salvador, Cattedrale.
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In epoca visigota erano molto deboli, costituivano una fragile difesa contro l’invasione musulmana nel 711 e davanti alle incursioni vichinghe dell’844. Abd-al-Rahman II (788-852) ordinó di ricostruirle per proteggere la città dai nuovi attacchi e dalle periodiche piene del fiume. Gli almorávides, nel 1126, prolungarono la muraglia, allungandola del triplo. In gran parte, il nuovo terreno ottenuto tra i muri venne abbandonato a terreni incolti e orti. Nel 1221 si costruí un un altro muro piú basso e un fosso intorno allo stesso. Queste furono le muraglie che trovó Fernando III il Santo (1201- 1252) al conquistare Siviglia nel 1248. |
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La muraglia disponeva di piú di 150 torri e una dozzina di porte, e si mantenne così durante tutto il Medioevo. Durante i secoli seguenti, perso il carattere difensivo, si costruirono case e i dintorni divennero zone sporche e malfamate, anche se offrì la migliore difesa davanti alle violente piene del Guadalquivir. Nell’anno 1861 si decise l’abbattimento delle muraglie per permettere lo sviluppo urbano, compito che venne portato a termine nel 1869. Attualmente, rimangono rovine della muraglia intorno alla Torre de Abdellaziz, alla Torre dell’Argento, la Plaza del Cabildo e il “Postigo dell’Aceite”. Il tratto meglio conservato é quello che va dall’arco della Macarena fino alla Porta di Cordoba, dove risaltano l’arco stesso, la Torre Bianca e i sette torrioni quadrati che si trovano a una distanza di 40 metri l’uno dall’altro con il loro muro e fosso. |